Antonella Agnoli Esperta biblioTeche

Questa dovrebbe essere l’era dell’Individualismo, tutti siamo differenti, autonomi, indipendenti, niente legami stabili. Insomma, il trionfo della biodiversità applicata alla società contemporanea. Ma è davvero così? Io direi piuttosto che siamo tutti uguali, dannatamente uguali. Per esempio stiamo sempre appiccicati ai nostri telefonini: bianchi e gialli, italiani e cinesi, americani e finlandesi, tutti con il naso sul piccolissimo schermo. Mamme e bebè, nonni e con l’artrite e adolescenti con i brufoli, magrissime modelle e panciuti deputati: tutti a cliccare notte e dì.

Sarebbe quindi utile restaurare un po’ di biodiversità umana creando dei luoghi dove ci siano azioni e non app, conversazioni e non download. Per esempio biblioteche “Case di tutti”che offrano cene di quartiere, feste di compleanno, conferenze sull’utopia, performance di jazz, corsi di ikebana. Tutte cose che non richiedono, anzi scoraggiano, l’abuso di smart phones.

Luoghi culturali che mettano insieme ragazzine che si fanno le unghie e professori che studiano la guerra di Secessione. Spazi dove si incontrino i tennisti e gli scacchisti, i surfisti e i ciclisti. Sale dove si possa finalmente leggere qualcosa su carta prima che la luce blu dei touch screen ci costringa a prenotare una visita dall’oculista e a comprare un costoso collirio.

Ecco, restauriamo un po’ di biodiversità (anche come antidoto all’omologazione e alla tirannia).

Antonella Agnoli, esperta biblioteche

 

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