Sabato 12 ottobre 2024 sono stati presentati a Bertinoro nuovi dati ISTAT sulla povertà educativa, che hanno messo in evidenza come questo sia un fenomeno in continua crescita che minaccia il futuro delle nuove generazioni.
Monica Pratesi, Direttrice del Dipartimento per la produzione statistica di ISTAT, ha spiegato che sempre più bambini e ragazzi risultano esclusi da esperienze formative e culturali essenziali. In base ai dati presentati, nel 2023 il 70,5% dei giovani tra i 3 e i 19 anni non ha mai visitato una biblioteca, un dato in netto peggioramento rispetto al 2019 (63,9%).
Anche lo sport è trascurato: nello stesso periodo il 39,2% dei ragazzi non ha svolto alcuna attività sportiva. Più in generale sul fronte della fruizione culturale il 16,8% dei giovani tra i 6 e i 19 anni non ha partecipato a spettacoli o eventi come cinema, teatro, musei o concerti. Anche questo indicatore è in crescita rispetto al 12,9% di quattro anni prima.
Pratesi ha sottolineato come questi dati siano un segnale allarmante perché “la povertà educativa alimenta tutte le altre forme di disuguaglianza sociale”. A maggior ragione perché questo fenomeno non si limita all’accesso alla cultura, ma coinvolge anche l’istruzione. Nel 2023, il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato la scuola con la sola licenza media, mentre l’8,4% degli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori ha competenze insufficienti in italiano, matematica e inglese
L’accesso agli asili nido rappresenta un’altra criticità: nell’anno scolastico 2021/22 solo il 28% dei bambini tra 0 e 2 anni ha potuto accedere a servizi educativi, una percentuale lontana dagli standard necessari per un sistema equo e inclusivo. I primi anni di vita sono cruciali per lo sviluppo, e un accesso limitato ai servizi educativi può avere effetti a lungo termine sul futuro dei bambini.
Pratesi ha poi segnalato un nesso evidente tra questi dati e l’aumento della povertà assoluta tra i minori, che nel 2023 è stata pari al 13,5% tra chi ha meno di 16 anni: 1,13 milioni di bambini che vive in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale.
Rispetto al 2014, la povertà minorile è cresciuta di oltre quattro punti percentuali. Il divario territoriale rimane un fattore significativo, con il Mezzogiorno che registra i tassi più elevati (15,9%) rispetto al Nord (12,3%) e al Centro (11,5%).
Paolo Venturi, direttore di AICCON, ha lanciato un appello a margine della presentazione dei dati: “la fragilità educativa e materiale incide profondamente sulla capacità dei giovani di costruire il proprio futuro. È urgente intervenire per non lasciare nessuno indietro, perché la povertà educativa rappresenta uno svantaggio che difficilmente può essere colmato negli anni successivi.”