Cesare Baccetti, ex-funzionario comunale

Ci incontriamo quasi tutti i giorni, al mattino e alla sera. Più o meno alla stessa ora. Abitiamo nello stesso condominio di periferia, allo stesso piano, nello stesso corridoio, con il terrazzo quasi in comune. In realtà siamo molto diversi. Parliamo una lingua diversa, abbiamo una pelle diversa, differenti anche gli occhi ed i capelli. Siamo anche diversi per genere. Alcune volte il suo sguardo è spesso coperto da un velo. Raramente ci salutiamo, con un cenno distratto, lontano da ogni tipo di socialità. I nostri modi sembrano mondi così lontani. Talvolta, per semplice curiosità la seguivo senza farmi notare come se volessi scrutarne l’ignoto. Scoprivo modi diversi di fare le cose, così come vestire il proprio corpo. I miei colori degradavano dal blu o dal marrone, con ordine e misura, per lei invece erano sempre, casualmente, colori sgargianti. Ciò mi faceva pensare al mio autunno e nello stesso momento alla sua bella estate.

Scrivo di musica jazz e suono il sax con altri musicisti. Piano, batteria e contrabbasso. La notte suoniamo spesso al “Blue Vertigo”, nella speranza di trovare la musica giusta per stupire qualcuno e farsi notare. Per l’ultima novità ho già scritto la musica quasi per intero, ma mi manca soltanto un finale che esploda nell’anima. C’è armonia e ritmo giusto, ma c’è qualcosa che non va oltre, come dire, l’oceano mare. Sono tre giorni che provo e riprovo per trovare la strada giusta. Il terrazzo in comune è diviso da una fitta siepe di gelsomino. Al di là non si vede niente, ma si sente tutto. Col gelsomino nel mezzo non ci siamo mai parlati. Quando di notte io provo le mie note all’aperto si sentono suoni insoliti, percussioni o cos’altro. Non hanno senso compiuto, ma un gran bel ritmo che vibra. Mentre ho eseguito il mio brano, incompleto, lei ha cominciato a suonare la sua musica d’insieme, come se unisse due corde per farne un’altalena. Due sconosciuti si sono rivelati con un linguaggio diverso che è diventato, pian piano, comune. Al live del “Blue Vertigo” sono state fatte molte repliche della serata. La nuova canzone è diventata celebre come una forma di integrazione musicale tra il jazz, il blues ed un magnifico new soul. Io e lei abbiamo spostato, insieme, il gelsomino e ci siamo realmente parlati con gli occhi. Sono cambiato anche io. La band ha aggiunto uno strumento ai componenti del complesso. Forse faremo presto una tournée…

Cesare Baccetti, ex funzionario-comunale

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