Come il contadino che si lascia guidare dall’alternanza del giorno e della notte, del sole e della pioggia, è necessario cercare di abitare un tempo vivente che rispetti i cicli e i ritmi bilogici, che non punti al loro schiacciamento dettato dalla necessità di accelerare il ritmo produttivo.
E’ ora di abitare, quindi, un tempo complesso e ciclico, che sfugga al dogma dell’istantaneità e della corsa, e che è condizione di possibilità di un rapporto d’intimità con sé stessi. Darsi il tempo di conoscersi, d’incontrare il mondo e gli altri, accettare che per instaurare relazioni d’amicizia e d’amore non basti un match, non basti soddisfare i criteri di una lista, ma serva il tempo necessario alla scoperta dell’Altro, e di sé stessi come Altro, seguire un ritmo ragionevole anche nell’utilizzo dei dispositivi digitali evitando di farsene colonizzare, sono forme di resistenza ‘esistenziale’ oggi necessarie.
(Miguel Benasayag-Teodoro Cohen da “L’epoca dell’intranquillità”)