Tutto accade, nella nostra epoca confusa, come se avessimo un problema di messa a fuoco.
‘Pensare il mondo‘, agire da una posizione di globalità che ci consentirebbe di cambiare tutto secondo un programma costruito razionalmente sembra una impresa impossibile -ogni volta che abbiamo tentato di farlo, abbiamo raccolto il peggio. Significa inoltre omettere tutta la complessità dei processi della vita delle società e della cultura, negare la loro profonda molteplicità.
Peraltro, adottare una messa a fuoco ristretta, del tipo “individualmente si deve fare ciò che si può, essere gentili e salutare la signora“, significa rinunciare ad agire nel mondo. Fare ‘ciò che si può‘ implica in effetti una rinuncia, perché si rimane centrati su ciò che crediamo essere, a torto o a ragione, le nostre competenze. Fare ‘ciò che si può‘ parte inoltre dall’errore profondo di credere che possiamo sapere, prima delle situazioni concrete, ciò che possiamo.
Un esempio: dopo la dittatura un amico avvocato spiegò a una riunione che avrebbe desiderato unirsi a uno dei gruppi della resistenza armata ma che, avendo avuto una paralisi infantile, aveva molte difficoltà a spostarsi. Ciò spiegava, secondo lui, perché non aveva preso parte alla lotta; non aveva ciò che occorreva per…
In realtà si tratta di una posizione di malafede: in una situazione concreta, la possibilità di assumere le sfide che ci vengono poste passa attraverso il senso della situazione. Se il tale avvocato sente che per resistere occorre, in quel preciso momento, aderire a quel determinato gruppo, la questione diventa: come posso integrarmi in quel gruppo? Il posto che occupiamo è secondario, prendiamo il posto che la situazione ci offre, in accordo con il dato che ci costituisce. Un uomo che non può correre né spostarsi facilmente ha tutta una serie di compiti da svolgere in un gruppo di resistenza armata: si può occupare della stampa, della propaganda, della solidarietà internazionale o, nel caso di quell’amico, dell’aiuto legale al movimento (…)
Miguel Benasayag, FUNZIONARE O ESISTERE? (Vita e Pensiero, 2019)