Privo di qualcosa di superiore a se stesso, di un Super-Io, l’Io è diventato esso stesso Super e non conosce nulla di superiore a se stesso. Senza un Dio, l’Io è diventato Dio: il Dio Io. E ognuno si canta il suo Me Deum. Il risultato? Non la perfetta liberazione, meno che mai la perfetta felicità, ma un’altra, altrettanto dolorosa, prigionia. Peggiore o migliore della precedente? Non so, di certo si tratta allo stesso modo di una prigionia. Il Dio del passato non può e non deve ritornare. Il Dio del presente a forma di Io è un incubo ogni giorno più aggressivo. Il Dio del futuro non ha ancora mandato segnali di sé. E noi, qui e ora, divorati dalla nostra cupiditas senza limiti, siamo in trappola. (da Vito Mancuso, Non ti manchi mai la gioia, pag. 69)
“Soffro dunque siamo”di Marco Rovelli
Ecco, Io-crazia è un modo estremamente efficace di definire la contemporaneità: in essa, ciò che fa Legge è la chiamata