ISAbellA DistinTO, doCeNTE scuola MEdiA

L’estate scorsa, mentre mi preparavo per il mio consueto viaggio che mi riporta a casa, ho messo in
valigia un libro speciale: “Parole da ruminare. Pensieri sparsi per osare la vita“. Una raccolta di
poesie, lettere, appelli, preghiere, prodotti dalla Comunità delle “Piagge” tra il 2013 e il 2014.
Mi è sempre piaciuta l’idea sottesa in questo titolo: parole da ruminare, nel senso letterale del
termine cioè da masticare, triturare sotto i denti e gustare a lungo proprio come fanno le mucche con
l’erba, sentirne il sapore con tutte le papille gustative e poi diffonderne l’aroma fresco e profumato
come dopo aver tenuto in bocca un chewing gum.
Le parole hanno un sapore, una corposità, un’origine, un colore di cui non ci si rende sempre conto
perché negli uomini e nelle donne è facile che s’insinui l’abitudine dell’uso.
Nelle mie lunghe estati mi riconcilio con la parte di me più riflessiva, mi ritaglio
spazi per essere felice, per arrabbiarmi, spazi per stare da sola e godere del silenzio, per definirmi in
relazione a chi mi circonda e con me stessa e così inizio anch’io a ruminare …
Dietro il suggerimento di un amico ho preso a ruminare le parole “biodiversità umana”.
L’ho ruminata nelle infinite calde giornate di agosto e ho scoperto che essa aveva, per me e in quel
momento, il sapore della gente di Calabria dove mi trovavo: terra ricca di tradizioni, affezionata alle
gerarchie famigliari, terra selvaggia e aspra e forte che trema fin dalle sue viscere e che fa tremare
chi è disabituato al rispetto delle tradizioni.
la biodiversità umana si colora del rosso del vino, il rosso del peperoncino, è passione che vibra
come la pelle dei tamburi nelle feste popolari, coinvolge col suo rumore, ti allontana, ti respinge se
non sei disposto ad avvicinarti a lei in maniera disarmata.
Lì la biodiversità umana si chiama Donato, un caro amico di ottantatre anni, emigrato da giovane a
Milano e che ogni anno torna anche lui a casa col sorriso, l’amore, la nostalgia, la devozione, il
rispetto per la sua terra.

la biodiversità è coraggio, sfida degli uomini e delle donne, pochi e
poche ormai, che non si arrendono al tradimento di chi invece l’abbandona.
Lì la biodiversità umana sono i grandi pupazzi di cartapesta della festa popolare di San Rocco che
sfilano senza tregua ballando e saltellando, ultimo baluardo dello spirito di conservazione
dell’uomo che resiste alla pialla della modernità.
Agosto 2024.

(Isabella Distinto, docente scuola media)

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